Grossi Gianluca
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CHF 32,00Quick ViewGrossi Gianluca
ART. FE021
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Lockdown
CHF 39,00Un reporter che, per mestiere, ha sempre raccontato le guerre in paesi lontani, improvvisamente sente parlare di guerra, di prime linee, di trincee, di battaglie, di minacce e anche della presenza di un nemico invisibile nella sua terra, il Ticino. Come se non bastasse, questo reporter riceve messaggi allarmanti (“Come stai?”) e di incoraggiamento (“Resta al sicuro, resta a casa!”) da amici che abitano a Gaza, a Kabul, a Bagdad, Beirut, eccetera. Decide quindi di reagire come ha sempre fatto in questi casi: esce di casa con taccuino e macchina fotografica per documentare la realtà. Per la Svizzera e il Ticino in particolare, la situazione creatasi in seguito al Covid-19 è eccezionale e assume addirittura dimensioni storiche, ancora di più quando le Autorità dichiarano lo stato di necessità e decidono di chiedere alla popolazione di restare a casa, nonché di sospendere buona parte delle attività economiche. Il volume, realizzato con la collaborazione di Resy Canonica, racconta la quarantena ticinese attraverso l’esplorazione degli spazi pubblici deserti (o quasi) investiti dall’emergenza Covid-19: è un libro di street photography applicata alla crisi. Obiettivo: documentare la vita quando a ciascuno di noi è stato chiesto di ridurla al minimo. Il racconto fotografico si intreccia con le parti di scrittura, suddivise in 30 capitoli: in essi prende forma la riflessione dell’autore sull’esperienza del lockdown. La metafora della guerra usata un po’ da tutti (politici, giornalisti, medici, esperti, gente comune) ha spinto l’autore a cercare ciò che c’è stato di uguale alla guerra nell’esperienza della popolazione ticinese confrontata con il Covid-19.
Quick ViewGrossi Gianluca
ART. FE490
Disponibile
Lockdown
CHF 39,00
Un reporter che, per mestiere, ha sempre raccontato le guerre in paesi lontani, improvvisamente sente parlare di guerra, di prime linee, di trincee, di battaglie, di minacce e anche della presenza di un nemico invisibile nella sua terra, il Ticino. Come se non bastasse, questo reporter riceve messaggi allarmanti (“Come stai?”) e di incoraggiamento (“Resta al sicuro, resta a casa!”) da amici che abitano a Gaza, a Kabul, a Bagdad, Beirut, eccetera. Decide quindi di reagire come ha sempre fatto in questi casi: esce di casa con taccuino e macchina fotografica per documentare la realtà. Per la Svizzera e il Ticino in particolare, la situazione creatasi in seguito al Covid-19 è eccezionale e assume addirittura dimensioni storiche, ancora di più quando le Autorità dichiarano lo stato di necessità e decidono di chiedere alla popolazione di restare a casa, nonché di sospendere buona parte delle attività economiche. Il volume, realizzato con la collaborazione di Resy Canonica, racconta la quarantena ticinese attraverso l’esplorazione degli spazi pubblici deserti (o quasi) investiti dall’emergenza Covid-19: è un libro di street photography applicata alla crisi. Obiettivo: documentare la vita quando a ciascuno di noi è stato chiesto di ridurla al minimo. Il racconto fotografico si intreccia con le parti di scrittura, suddivise in 30 capitoli: in essi prende forma la riflessione dell’autore sull’esperienza del lockdown. La metafora della guerra usata un po’ da tutti (politici, giornalisti, medici, esperti, gente comune) ha spinto l’autore a cercare ciò che c’è stato di uguale alla guerra nell’esperienza della popolazione ticinese confrontata con il Covid-19.