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L’ultimo giorno di primavera
CHF 22,00“La morte della mamma è una svolta nella vita. Come se iniziasse, dentro il sentimento sublime della nostalgia, un prima e un dopo. Come se quel giorno aprisse una strada diversa, dove i ricordi sono pietre miliari che diventano ancora presenza. Perchè la mamma è ancora e sempre lì, nel cuore. E’ la sintesi di questi racconti, che diventano altrettante testimonianze di Isabella e Francesco, due dei quattro figli di mamma Lydia. Racconti intensi, forti, delicati, sublimi. Dolcezza e ribellione, affetto, rimpianto, nostalgia che ritrovano la sintesi in una sola parola: amore. E tanta riconoscenza. Amore ricevuto e pure contraccambiato dentro quel dialogo semplice fatto di tante piccole cose quotidiane, che diventano messaggio”. (…) Tratto dall’ introduzione di Monsignor Pier Giacomo Grampa, Vescovo di Lugano.
Raggruppo le forze e tiro fuori la voce per dire alla mia collega: “la mamma è morta, devo andare, avvisa tu per favore il capo”. Ascolto la mia voce ed è come se non mi appartenesse, un pugno di vocali e consonanti messe lì a modo per render socialmente condivisibile un evento drammatico. Devo dire solo l’indispensabile, tenere a freno le emozioni e andarmene velocemente, non lasciando spazio alla collega per alcuna reazione. La mamma diceva spesso che i grandi dolori sono muti. Capisco che il dolore sa gridare, ma dentro te, privandoti della capacità di condividerlo. (…) Da “L’ultimo giorno di primavera”, di Isabella Zappa
“Ricordati che una madre insegna sui primi tempi al proprio bambino a camminare sostenendolo, ma questi però in seguito deve camminare da se; tu quindi devi ragionare con la tua testa”. “Bisogna sempre andare avanti e mai indietreggiare nella vita spirituale sennò succede come alla barca, la quale se invece di avanzare si ferma, il vento la rimanda indietro”. Nell’intimità dei suoi giorni, scoprii che meditava con una profondità che difficilmente avrei immaginato, se non avessi avuto tra le mani quell’ultima, inattesa, sua eredità. Da “Nei suoi occhi (Mater Dolorosa)”, di Francesco Zappa
Quick ViewZappa Francesco, Zappa Isabella
ART. FE291
Disponibile
L’ultimo giorno di primavera
CHF 22,00
“La morte della mamma è una svolta nella vita. Come se iniziasse, dentro il sentimento sublime della nostalgia, un prima e un dopo. Come se quel giorno aprisse una strada diversa, dove i ricordi sono pietre miliari che diventano ancora presenza. Perchè la mamma è ancora e sempre lì, nel cuore. E’ la sintesi di questi racconti, che diventano altrettante testimonianze di Isabella e Francesco, due dei quattro figli di mamma Lydia. Racconti intensi, forti, delicati, sublimi. Dolcezza e ribellione, affetto, rimpianto, nostalgia che ritrovano la sintesi in una sola parola: amore. E tanta riconoscenza. Amore ricevuto e pure contraccambiato dentro quel dialogo semplice fatto di tante piccole cose quotidiane, che diventano messaggio”. (…) Tratto dall’ introduzione di Monsignor Pier Giacomo Grampa, Vescovo di Lugano.
Raggruppo le forze e tiro fuori la voce per dire alla mia collega: “la mamma è morta, devo andare, avvisa tu per favore il capo”. Ascolto la mia voce ed è come se non mi appartenesse, un pugno di vocali e consonanti messe lì a modo per render socialmente condivisibile un evento drammatico. Devo dire solo l’indispensabile, tenere a freno le emozioni e andarmene velocemente, non lasciando spazio alla collega per alcuna reazione. La mamma diceva spesso che i grandi dolori sono muti. Capisco che il dolore sa gridare, ma dentro te, privandoti della capacità di condividerlo. (…) Da “L’ultimo giorno di primavera”, di Isabella Zappa
“Ricordati che una madre insegna sui primi tempi al proprio bambino a camminare sostenendolo, ma questi però in seguito deve camminare da se; tu quindi devi ragionare con la tua testa”. “Bisogna sempre andare avanti e mai indietreggiare nella vita spirituale sennò succede come alla barca, la quale se invece di avanzare si ferma, il vento la rimanda indietro”. Nell’intimità dei suoi giorni, scoprii che meditava con una profondità che difficilmente avrei immaginato, se non avessi avuto tra le mani quell’ultima, inattesa, sua eredità. Da “Nei suoi occhi (Mater Dolorosa)”, di Francesco Zappa